Fanelli interviene sulla questione del commissario ad acta della sanità
17 Ottobre 2018(PressMoliLaz) Campobasso, 17 ott. I Presidenti di Regione non saranno Commissari alla Sanità. La decisione del Governo nazionale, dopo sei mesi di stallo, stralci e rinvii, sembra essere stata assunta, sempre in attesa della firma del Presidente della Repubblica e della conversione in legge del Decreto fiscale. Se sia una scelta giusta o sbagliata, lo si vedrà nel tempo. Fin da subito, invece, appare del tutto evidente il fallimento politico del Presidente della Regione Toma, che non è riuscito nel suo intento e desiderio più grande, sul quale ha speso grandi energie fin dal primo giorno del suo insediamento. Non sarà Commissario alla Sanità e per questo si ritroverà a gestire solo un quarto delle risorse regionali. Non sono dunque serviti gli ‘ottimi rapporti’ con il Ministro Salvini, né tanto meno l’appello della sua maggioranza che, da sola in Consiglio regionale, aveva fatto voti al Governo per scongiurare quello che fin da subito era apparso chiarissimo: Roma non ascolta più i Governatori e decide tutto da sola. E questo non è un bene per il Molise e per tutte le altre Regioni d’Italia. In attesa della conversione in legge del decreto, in attesa di possibili ricorsi alla Corte Costituzionale, resta solo la speranza che questa decisione sia davvero utile alla sanità molisana e che il Presidente Toma riesca ad instaurare un’immediata sintonia d’azione con il nuovo Commissario alla Sanità, chiunque esso sia. Pretendendo maggiore peso politico nazionale dalla sua maggioranza, che con tutta evidenza, in particolare la Lega, non è riuscita a dare manforte al suo Presidente. Coinvolgendo maggiormente le forze d’opposizione, il partenariato, l’associazionismo ed i comitati, che non possono più essere solo informati dell’attività politica – finora improduttiva in termini di risultati – ma devono essere messi nelle condizioni di contribuire a delineare una nuova strada da percorrere nell’interesse generale della regione. Soprattutto quando si sta per essere esautorati dell’80% del bilancio è necessario, oggi come non mai, serrare i ranghi politici e sociali, mostrarsi uniti e per questo più forti, abbandonando ogni tatticismo in favore di una visione più alta che riporti al centro le esigenze del Molise e dei molisani. Che non hanno più bisogno di proclami, ma di fatti e risultati. Quelli promessi in campagna elettorale dai governi di centrodestra, di cui, dopo quasi sei mesi, non c’è ancora traccia.