Il presente e il futuro della democrazia al centro del dibattito al Festival del Sarà, a Bologna, con ospite il sindaco Gravina
25 Ottobre 2019(PressMoliLaz) Campobasso, 25 ott. A Palazzo De’ Rossi a Bologna, questo pomeriggio, per la seconda giornata in terra emiliana del “Festival del Sarà. Dialoghi sul Futuro”, nel talk moderato da Antonello Barone, ideatore del festival, tra gli ospiti invitati a discutere di democrazia rappresentativa e democrazia diretta, c’era anche il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina.
Con lui ad animare il dibattito il sindaco di Bologna, Virginio Merola; il senatore Pierferdinando Casini; il professor dell’ Alma Mater Studiorum Bologna, Angelo Panebianco, anche editorialista de Il Corriere della Sera; Michele Brambilla, direttore Quotidiano Nazionale; Silvia Sciorrilli Borrelli, corrispondente per Italia politico.eu; Marco Olivetti, professore di Diritto Costituzionale alla LUMSA ed editorialista di Avvenire e Gianluca Sgueo, New York University Global Professor.
Il confronto ad ampio raggio si è sviluppato intorno alle diverse possibili facce che la democrazia nel XXI secolo, in un paese moderno, può assumere per garantire uno sviluppo sociale ed economico in linea con i principi delle liberal-democrazie occidentali.
In un’epoca storica e politica nella quale la disintermediazione è progressivamente divenuta funzionale ad un progressivo processo di destrutturazione dei partiti intesi in senso classico, appaiono ancora tutt’altro che superate le soluzioni parlamentari, soprattutto in periodi di crisi istituzionali come quelle che il paese si è appena messo alle spalle ad agosto, che solo la nostra carta costituzionale del 1948 riesce a garantire.
Ad introdurre la discussione incentrata sulla dialettica tra una visione della democrazia ancorata alla rappresentatività e quella che vorrebbe aggiornare le regole per ottenere una forma più diretta, ha provveduto il professor Olivetti, con un intervento video, spiegando che paradossalmente, nel passato, la democrazia e la rappresentanza sono state alternative per secoli.
“La costituzione italiana è percorsa da un afflato di comunicazione molto forte tra rappresentanti e rappresentati, – ha dichiarato Olivetti – che è stato nel tempo soddisfatto attraverso una moltiplicazione di canali di trasmissione quali i partiti politici, gli istituti referendari, il pluralismo sociale, le autonomie locali. Alcuni di questi canali ora sono entrati in crisi e non ci possono essere preclusioni a prescindere verso chi ne cerca di nuovi.”
Subito chiamato in causa nella discussione ed atteso con interesse dalla platea bolognese, il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, ricollegandosi all’intervento del professor Olivetti, ha innanzitutto sottolineato come la nostra Costituzione per quello che è il suo impianto, renda possibile la democrazia digitale.
“Se però pensiamo – ha aggiunto Gravina – che la democrazia digitale debba funzionare esclusivamente come sostituta della democrazia rappresentativa potremmo andare fuori strada, rischiando che i politici e gli amministratori si deresponsabilizzino difronte a certe scelte da compiere e non cogliendo, invece, le vere possibilità che il digitale crea sia in relazione al poter controllare l’iter dei processi amministrativi e sia rispetto all’esigenza di ampliare la partecipazione dei cittadini alla vita democratica il più possibile.”
Secondo il senatore Casini la Rete è da un lato uno strumento che ci può aiutare, a superare le indubbie difficoltà che vive oggi la democrazia rappresentativa, però è anche uno strumento di propaganda, cosa da non dimenticare, e quindi le fughe in avanti in questo senso sarebbero deleterie. I problemi atavici che come nazione abbiamo, per Casini, non possono essere risolti dalla semplice applicazione automatica di quanto viene fuori dall’iniezione del digitale nel sistema politico, ma soprattutto, il senatore di origine bolognese, ha ribadito come non vada svalutata la funzione del nostro parlamento senza avere un orizzonte ben chiaro di cosa ci aspetta.
“In una forma di democrazia diretta attraverso il digitale la differenza la fa la qualità dell’informazione, il tempo che ho per informarmi e documentarmi e chi pone la domanda. – ha detto nel suo intervento conclusivo Gravina – Che lo strumento digitale sia utile per mettere in contatto i cittadini con chi li amministra è indubbio, ciò che va migliorata è proprio, la qualità di questo rapporto di comunicazione diretto, evitando le esasperazioni che ne derivano.”