Centro Covid in Molise: è scontro politico-istituzionale
22 Giugno 2020(PressMoliLaz) Campobasso, 22 giu. La realizzazione di un centro Covid in Molise diventa terreno di duro confronto istituzionale e politico che divide anche la Struttura commissariale. Da una parte il Commissario ad Acta per la sanità, Angelo Giustini, che ha presentato al Ministero il progetto centro Covid all’ospedale ‘Vietri’ di Larino (Campobasso), deliberato anche il Consiglio regionale, dall’altra la Sub Commissaria, Ida Grossi, sostenitrice di un secondo progetto predisposto dalla Regione che individua nell’ospedale ‘Cardarelli’ di Campobasso la struttura più idonea. Spetterà ora al Ministero della Salute decidere quale sarà la soluzione migliore.
Animi surriscaldati anche sul fronte politico. Il Governatore Donato Toma nelle ultime ore ha infatti annunciato l’invio al Sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria (Siveas) e al Ministro Roberto Speranza del progetto Covid all’ospedale ‘Cardarelli’ e poco dopo è arrivata la nota, dai toni molto critici, del consigliere regionale Michele Iorio. “Piano Covid 2 a Roma? È un abuso di potere” – ha detto l’ex Governatore – puntando il dito verso Toma. A suo avviso questo progetto “porta la firma di soggetti non titolati da alcuna norma a sottoscrivere tale atto” e ne ha spiegato i motivi. “In Italia è in vigore un decreto legge, a cui hanno fatto seguito delle linee di indirizzo organizzative per il potenziamento della rete ospedaliera per l’emergenza Covid-19, dove è stabilito che il riordino della rete ospedaliera è approvato con atto regionale ed entrerà di diritto nel POS. Per atto regionale – ha aggiunto – si intende atto approvato dal Consiglio regionale essendo il Consiglio, per Statuto, l’organo rappresentativo della regione che determina l’indirizzo politico generale, indirizza e controlla l’azione politica, amministrativa e programmatoria della Regione”. Una violazione dunque, secondo Iorio, in quanto il piano presentato dal presidente della Giunta non è passato “né al vaglio della Commissione né del Consiglio stesso”.