L’Associazione Magistrati del Molise dice no alla riforma della Giustizia

1 Maggio 2022 0 Di

(PressMoliLaz) Campobasso, 02 mag 22 La magistratura molisana “concorda nel ritenere che il disegno di legge sulla riforma dell’Ordinamento giudiziario si presenti, sotto plurimi profili, in contrasto con il principio costituzionale di autonomia e indipendenza della magistratura”. Lo affermano in una nota il presidente dell’associazione nazionale magistrati Molise Michele Russo e il segretario Nicola D’Angelo, presidente del tribunale di Larino e capo della procura della Repubblica di Campobasso, che esprimono a nome della sezione distrettuale del Molise “profondo dissenso rispetto alla introduzione di norme che si configurano come un vero e proprio vulnus all’indipendenza e all’autonomia della magistratura” e sollecitano “la riflessione dell’avvocatura e della società civile sull’interesse comune a un esercizio efficace ed efficiente della giurisdizione che per essere tale deve essere prima di tutto indipendente e imparziale, se è vero che non può esserci processo senza un giudice indipendente e imparziale”. E’ una dura presa di posizione quella della sezione distrettuale dell’Anm del Molise  rispetto alla riforma Cartabia, giudicata contraria ai principi della Costituzione, tesa a minare l’indipendenza e l’autonomia della magistratura.

“La nuova disciplina delle valutazioni di professionalità con il rilievo preponderante attribuito all’esito dei provvedimenti nelle fasi e gradi successivi, nonché al rendimento quantitativo del magistrato e con la previsione di uno specifico giudizio di valore sulle capacità organizzativa sganciato dall’individuazione di criteri precisi oggettivi, rischia di ingabbiare l’attività del magistrato determinando l’appiattimento delle decisioni sulla scia degli orientamenti del giudice della impugnazione” si legge nella nota.  Nel mirino di Anm anche “l’omologazione dell’organizzazione del lavoro legato alla volontà se non all’arbitrio del capo ufficio”.

La sezione distrettuale del Molise dell’Associazione Nazionale magistrati fa riferimento anche alla limitazione della possibilità di passaggio dalla funzione requirente a quella giudicante e viceversa prevista dalla riforma della Giustizia, “che produrrà – si legge ancora – l’effetto di separare di fatto la magistratura giudicante da quella requirente, sottraendo quest’ultima dall’alveo della comune cultura della giurisdizione, la quale costituisce la principale garanzia del corretto esercizio della funzione requirente per il raggiungimento della verità piuttosto che del raggiungimento della vittoria processuale”.

Contestati anche la scelta di non introdurre criteri precisi e vincolanti per determinare su base nazionale i carichi esigibili, “affidandoli alla discrezionalità dei capi degli uffici”, l’aumento dei poteri della Scuola Superiore della Magistratura nella selezione dei dirigenti e “la subordinazione di giudici e sostituti ai capi degli uffici trasferendo all’esterno del Consiglio Superiore della Magistratura l’individuazione dei dirigenti degli uffici, con il pericolo concreto che la direzione e l’organizzazione degli stessi subiscono condizionamenti e interferenze che il legislatore costituente aveva voluto evitare attraverso il sistema dell’autogoverno”.

La Sezione Distrettuale dell’ANM Molise, pertanto, con voce unanime, esprime il proprio profondo dissenso rispetto all’introduzione di norme che si configurano come un vero e proprio “vulnus” all’indipendenza e all’autonomia della magistratura e sollecita la riflessione dell’Avvocatura e della società civile tutta sull’interesse comune ad un esercizio efficace ed efficiente della. giurisdizione, che per essere tale deve essere prima di tutto indipendente e imparziale, se è vero che non può esserci processo senza un giudice “indipendente” e “imparziale”.