Il decreto del Governo contro le liste d’attesa risponde prima di tutto ai problemi sanitari nelle regioni del Sud Lo afferma l'Eurodeputata di FDI Chiara Gemma

7 Giugno 2024 0 Di

(PressMoliLaz) 07 Giu 24 “Martedì scorso è arrivata una notizia molto importante per l’Italia ed in particolare per le regioni del Sud. Il Consiglio dei ministri ha licenziato un decreto legge contro le liste di attesa e la carenza di medici e di personale sanitario. I benefici saranno tantissimi per i cittadini del Mezzogiorno che purtroppo da troppi anni subiscono più di tutti servizi di prevenzione e cura carenti e minore spesa pubblica sanitaria rispetto al Centro-Nord”.

Lo afferma in una nota Chiara Gemma, eurodeputata di Fratelli d’Italia ricandidata nella Circoscrizione Sud.

“Anche in questo caso, – rileva – il governo Meloni ha mantenuto un altro impegno con i cittadini e continua ad intervenire su uno dei nodi più problematici della sanità, ossia le liste d’attesa. Una risposta che si attendeva da decenni.

Le principali misure – spiega Gemma – riguarderanno un Cup unico regionale o infra-regionale, l’introduzione di visite ed esami diagnostici anche il sabato e la domenica, l’abolizione dal 1° gennaio 2025 del tetto di spesa per il personale sanitario, l’aumento delle tariffe orarie del 20% per il personale che dovrà prestare servizi aggiuntivi contro le liste d’attesa, maggiore coinvolgimento di giovani medici e specializzandi, contrasto al fenomeno dei sanitari a gettone con contratti di lavoro autonomo. Inoltre, se le cure non saranno erogate entro 72 ore per le più urgenti e fino a 120 giorni per quelle programmabili, le Asl dovranno assicurare la prestazione in intramoenia o con i privati accreditati con tariffe concordate.

A dispetto di quello che spesso dicono gli avversari politici, – continua l’eurodeputata di Fratelli d’Italia – il governo Meloni è quello che nella storia ha investito in assoluto di più in termini di risorse sulla sanità e in termini di aumento del fondo sanitario nazionale. Infatti, è stato certificato che le risorse per la sanità del 2024 e del 2023 sono superiori al 2022.

Ovviamente, – conclude Gemma – occorre fare ulteriori passi avanti nel Sud dove la quota di povertà sanitaria riguarda l’8% dei nuclei familiari, una percentuale doppia rispetto al 4% del Nord-Est, al 5,9% del Nord-Ovest e al 5% del Centro. E questo a fronte di una media nazionale di spesa sanitaria di 2.140 euro pro capite che vede il Sud molto al di sotto: Calabria 1.748 euro, Campania 1.818 euro, Basilicata 1.941 euro, Puglia 1.978 euro.

Ma anche su questo il governo di centro destra e Fratelli d’Italia stanno lavorando per eliminare quanto prima il divario cronico e ingiusto esistente tra il Mezzogiorno e il resto d’Italia”.