Tar Campania ferma impianto compostaggio rifiuti ai confini col Molise.
15 Maggio 2020(PressMoliLaz) 15 mag. Il TAR CAMPANIA con una pronuncia del 12 maggio ha rigettato il ricorso della società interessata a costruire un impianto di trattamento e compostaggio rifiuti a poche centinaia di metri dal confine col Molise, e non lontano dal Massiccio del Matese, dal fiume Tammaro, dal sito archeologico di Saepinum-Altilia, dalla Diga di Morcone-Campolattaro e da una serie di aree naturalistiche e siti di interesse comunitari, oltre che dal Regio Tratturo Pescasseroli – Candela, che è sottoposto a vincolo e tutela.
La Rete dei Comitati e delle Associazioni della Campania e del Molise prende atto positivamente del rinvio della trattazione di merito del contenzioso col Comune di SASSINORO (BN) al 3 novembre 2020, ma ritiene indispensabile che il Ministero dell’Ambiente, la Regione Molise e tutti i Comuni coinvolti nell’istituzione del Parco Nazionale del Matese si attivino in difesa di un territorio che merita di essere preservato, promosso e valorizzato.
Dagli inizi del 2000 è in corso uno scontro impari tra le multinazionali dell’energia eolica e delle imprese del ciclo dei rifiuti e le piccole comunità della Valle del Tammaro e del Matese. La natura va rispettata non stravolta, la montagna va salvaguardata e non sventrata, le falde acquifere vanno preservate, il suolo non va inquinato ed il patrimonio storico, paesaggistico, artistico, archeologico e religioso va promosso e valorizzato perseguendo un modello ecocompatibile ed ecosostenibile.
Trasformare il Matese in una foresta pietrificata con pale eoliche che affondano i basamenti in cemento a decine e decine di metri di profondità su un territorio carsico in cui è custodito il più grande bacino d’acqua dolce del Centro-Sud è un errore. Installare un impianto di trattamento rifiuti in una zona in cui dal 2017 il legislatore nazionale ha scelto di istituire un Parco è sbagliato.
Non sarà semplice impedire l’installazione di pale eoliche, ne fermare l’impianto di compostaggio e sarà ancora più difficile accelerare gli adempimenti per istituire il Parco Nazionale del Matese, ma questa pandemia ha fatto capire a tutti che o l’uomo rispetta la natura ed evita di inquinare aria, acqua e suolo, o presto o tardi, la natura restituisce all’uomo il frutto avvelenato di ciò che è stato seminato.