Esche avvelenate per animali disseminate nei centri abitati, scoppia il caso Nel corso di una conferenza stampa presso il Comando provinciale Carabinieri di Isernia si è parlato del delicato tema
11 Ottobre 2018(PressMoliLaz) Isernia, 11 ott. Conferenza stampa con gli organi di stampa sul delicato tema delle esche avvelenate; presenti all’incontro il Comandante Provinciale di Isernia Ten. Col. Gennaro Ventriglia e il Ten. Col. Gianluca Grossi comandante del Gruppo Carabinieri Forestale, con la preziosa collaborazione del dott. Addolorato Ruberto, dirigente dell’Istituto Zooprofilattico di Isernia, hanno illustrato la tematica sia sotto l’aspetto medico scientifico, sia relativo all’ambito preventivo/repressivo. Un fenomeno molto allarmante in provincia di Isernia, rappresentando un pericolo non solo per gli animali ma anche per i cittadini, in modo particolare per i bambini. La pratica dei bocconi avvelenati, sembra non riguardare più esclusivamente aree prettamente rurali ma comincia ad interessare anche zone abitate. Un uso illecito che sembrerebbe legato alla lotta al randagismo e alla odiosa competizione tra cercatori di tartufo tesa ad eliminare il cane maggiormente competitivo dell’avversario. L’ esche vengono preparate come impasto di carne, sottoforme di polpette, wurstel o salumi, contenenti al loro interno sostanze tossiche o nocive. I Carabinieri forestali combattono il fenomeno con l’impiego di unità cinofile antiveleno (inserite nell’ambito della Stazione Carabinieri di Frosolone) che esprimono circa 70 specifici servizi preventivi all’anno. Gli autori della scellerata pratica rischiano l’arresto ex art. 674 c.p. sino ad un mese per l’apposizione delle esche, ma se l’insana condotta raggiunge il suo fine provocando la morte dell’animale, allora la pena sale ad un anno di reclusione ex art. 638 c.p. Il Ten. Col. Ventriglia ha invitato i cittadini a segnalare tempestivamente anche solo il semplice sospetto della presenza di esche avvelenate, chiamando il 112 o il 1515 ed attivando così le procedure del caso. Il Comandante Provinciale ha invitato a fare particolare attenzione nei parchi o aree frequentate da minori, proprio in considerazione del fatto che il fenomeno – al momento non ritenuto allarmante – ha iniziato ad interessare anche aree urbane.