Fondi editoria e legge regionale vaccini, intervengono i pentastellati I grillini vogliono garantire il pluralismo dell'informazione e la libertà di espressione
26 Ottobre 2018(PressMoliLaz) Campobasso, 26 ott. “Oggi, ancora una volta, il Consiglio regionale ha perso tempo e soldi pubblici su un atto inutile. L’ordine del giorno sui fondi all’editoria, presentato dalla maggioranza, è superato perché la riforma è già prevista in legge di Bilancio. Nonostante la vulgata, il MoVimento 5 Stelle non ha alcuna intenzione di chiudere i media regionali, ma rompere il sistema su cui si reggono i grandi giornali, quello che ha visto la politica regalare soldi serviti solo a finanziare editori, a sanare bilanci, a fare utili. Sostenere il pluralismo dell’informazione non significa sostenere gli editori, quelli che impongono la linea editoriale, che non versano contributi Inpgi o che fanno contratti capestro. È lo stesso sistema per cui tanti giornalisti, giovani e meno giovani, sono sottopagati nonostante un lavoro quotidiano di ore e ore o che ricevono pagamenti a singhiozzo. Il MoVimento 5 Stelle vuole tutelare loro e i cittadini, anche perché sostenere il pluralismo dell’informazione significa sostenere la libera circolazione e il libero accesso a contenuti, verità, fatti. Significa sostenere quel diritto, costituzionalmente garantito, di informare ed essere informati. Invece anche oggi abbiamo discusso nel nulla. Non è la prima volta che il Consiglio regionale perde tempo. Ricordiamo, ad esempio, i due giorni persi dietro alla legge regionale sui vaccini. Ebbene il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Erika Stefani, ha deliberato di impugnare la legge della Regione Molise n. 8 del 12/09/2018, sulle ‘Disposizioni in merito alle vaccinazioni per i minori di età’. Il Consiglio dei Ministri ne spiega il motivo: “Alcune norme, riguardanti gli obblighi di vaccinazione ai fini dell’iscrizione e dell’accesso dei minori d’età alle scuole dell’infanzia e ai servizi educativi per l’infanzia, eccedono dalle competenze regionali e intervengono in un ambito nel quale sono prevalenti gli aspetti ascrivibili ai principi fondamentali in materia di tutela della salute e di profilassi internazionale, riservati alle competenze legislative dello Stato. Esse ledono altresì il principio di eguaglianza di cui all’art. 3 Costituzione e la competenza riservata allo Stato dall’art. 117 della Costituzione, in materia di ‘norme generali sull’istruzione’, che mirano a garantire che la frequenza scolastica avvenga in condizioni sicure per la salute di ciascun alunno”. In pratica la legge regionale, votata da tutto il Consiglio regionale eccetto che dal MoVimento 5 Stelle, per il Consiglio dei Ministri evidentemente è viziata da profili di incostituzionalità, ciò che abbiamo sempre detto. Vuol dire che, nella migliore delle ipotesi, la legge dovrà essere modificata finendo per essere depotenziata di qualsiasi effetto concreto. Dunque, il Consiglio regionale ha perso tempo e soldi pubblici, per due giorni, su qualcosa che non è di sua competenza, più o meno ciò che è accaduto oggi. Ecco perché i portavoce M5S sono usciti dall’aula: per non sprecare tempo e soldi dei cittadini”.