Intervento Antonio Battista Anno Accademico 2018-2019
23 Febbraio 2019(PressMoliLaz) Campobasso, 23 feb. Dò subito il benvenuto, nella nostra città, al giudice emerito, professor Sabino Cassese, ospite d’onore di questa solenne cerimonia che dà l’avvio ufficiale al nuovo anno accademico dell’Università degli Studi del Molise. Saluto il magnifico rettore Palmieri, il prefetto di Campobasso Maria Guia Federico e quello di Isernia Cinzia Guercio. Saluto il vescovo Bregantini, il presidente della Regione Molise e tutte le autorità accademiche, civili, militari e religiose che partecipano a questa giornata. Evento per ripartire, ma anche per tracciare il bilancio di un Ateneo in crescita che ci appartiene, che è diventato vanto della nostra terra e colonna portante della formazione di tanti giovani molisani e di molti ragazzi, circa la metà degli iscritti, che arrivano da altre realtà. Un ateneo nato, quando il centro era vicino alle periferie, anche per soddisfare le esigenze di chi non aveva possibilità economiche di frequentare corsi fuori regione e che dopo anni continua a generare ambizioni e a realizzare i sogni di quanti, e sono la maggior parte, lo scelgono con consapevolezza: per restare o venire in Molise, per formarsi in un polo universitario d’eccellenza, a misura d’uomo e che vanta altissime professionalità. Una formazione puntuale quella che da sempre si porta avanti in queste aule, fatta di numeri importanti e che riesce a raggiungere sempre grandi risultati. Una formazione puntuale che inizia nelle nostre ottime scuole dell’obbligo e che culmina qui, dove i ragazzi diventano grandi, dove vengono forniti i mezzi per intraprendere una professione, per trovare un lavoro. Ed è per tale motivo che, nel corso di questa cerimonia, colgo ancora una volta l’occasione per ringraziare l’intero corpo docente e il personale tutto per la competenza e la cortesia con cui si dedicano agli studenti. Studenti che all’Unimol, sono protagonisti di un percorso cucito sulle loro esigenze e sulle richieste di un mercato del lavoro in continua evoluzione. Un mercato legato al territorio, ma anche capace di guardare oltre i nostri confini, quello europeo, soprattutto, perché è in Europa che molti di questi ragazzi poi si fanno strada. Vorremmo che rimanessero tutti qui ma non è possibile e forse non ne siamo capaci. In un’Europa che esiste, che parla di noi, che racconta la nostra storia e che ci aiuta a disegnare il futuro che abbiamo in mente. Un’Europa che nonostante i denigratori è sempre più vicina e che voi giovani dovete sentire vostra, modificarla, migliorarla, meno finanza più vicinanza reale alla persona, ma pur sempre nostra. Perché le ragioni e gli ideali dei Padri fondatori non sono ancora venute meno. Ancora di più oggi dove l’affievolirsi di una condizione comune e mediata genera in Europa contrapposizioni fanciullesche.
Saluto i rettori ospiti, il direttore generale dell’Unimol Barbieri, i direttori di dipartimento, il personale e non da ultimi gli studenti, cuore pulsante di questa giornata che è dedicata a loro, alla loro forza e al loro slancio, alla loro voglia di farcela, di avviarsi lungo un percorso che li porterà alla piena realizzazione, tanto personale quanto professionale. Al loro inebriante ottimismo.
Con estremo piacere, mi congratulo con il magnifico rettore Gianmaria Palmieri per gli ambiziosi traguardi raggiunti in un presente che, in un ateneo come questo, sa già di futuro. Un presente che parla di poli d’eccellenza che vanno oltre la classica didattica. Mi riferisco, solo per fare qualche esempio, al Centro studi per le aree interne che riveste un ruolo rilevante in un territorio orograficamente difficile e lontano dai palazzi del potere. Al polo museale, avviato da poco, e che mi auguro possa presto essere affiancato, nella sua attività, dalla galleria civica di arte moderna che l’amministrazione comunale aprirà a breve nella Casa della Scuola di via Roma. Un plauso sentito al lavoro portato avanti dai dipendenti della biblioteca e, permettetemi di ricordare, in questa occasione, Giorgio Palmieri a poco più di un anno dalla prematura e dolorosa scomparsa e figura di spicco del panorama culturale molisano. C’è anche un’altra tessera importante di questo mosaico, e mi piace suggerirla ai ragazzi perché rappresenta per loro una grande opportunità: il Cus, Centro universitario sportivo, che ha dato a Campobasso la possibilità di diventare importante vetrina, quando le strutture Unimol hanno ospitato campionati nazionali universitari. E che nel mese di marzo dall’ 8 al 10 di marzo ha l’onore di organizzare la coppa Italia di serie B di calcio a 5. Un notevole riconoscimento da parte della Federazione. Prestigiose occasioni che dimostrano la passione e l’impegno dei dipendenti e collaboratori del Cus a cui vanno i miei più sentiti ringraziamenti. Nei miei cinque anni di mandato l’amministrazione è stata sempre vicina all’Università e l’Università vicina alla città attraverso progetti che abbiamo condiviso e attraverso il supporto tecnico che ci è stato fornito. Penso alla gestione del verde pubblico, ai progetti di recupero urbano, ai tirocini formativi, alla partecipazione nella nostra consulta femminile, ma penso anche alle collaborazioni in campo demoantropologico e culturale che hanno abbracciato i magici Misteri e la transumanza. Vicinanza di cui non posso che essere orgoglioso. Nel corso di questa cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico, durante la quale celebriamo l’alta formazione e il diritto allo studio, voglio anche ringraziare pubblicamente e nuovamente il rettore Palmieri per avermi, anzi per averci sostenuto mettendoci a disposizione alcuni ambienti che hanno accolto gli alunni della scuola primaria don Milani rassicurando i genitori e permettendo ai bambini di restare nel loro quartiere perché le scuole dell’obbligo, lo ribadisco, devono rimanere nei quartieri e non rischiare di diventare sterili poli didattici avulsi da una società e da un contesto che invece li alimenta e li fortifica. Una preziosa collaborazione quella con l’Unimol, sul fronte scuole, che continua ancora oggi, attraverso il monitoraggio dello stato di salute dei nostri plessi in un’Italia dove la percentuale di istituti antisismici non arriva al 10% e che a Campobasso nel giro di qualche anno vogliamo avvicinare al 100%. Mettere sotto la lente i nostri edifici ci è sembrato il modo più trasparente per avere un quadro chiaro del patrimonio scolastico a disposizione, che sta a cuore a me, che ne sono direttamente responsabile, ma soprattutto a chi nelle strutture ci lavora, ai ragazzi, ai genitori che in questa sede voglio ringraziare per avermi appoggiato nell’avviare lo screening.
Professor Cassese voglio ancora ringraziarla per la Sua presenza a Campobasso una partecipazione che ci onora perché grazie all’esperienza accumulata nella sua vasta e poliedrica carriera conosce profondamente il nostro Paese e le logiche che lo governano. Esperienza che le permette di essere un attento autorevole osservatore di un’Italia in continuo movimento. Di una società fluida. Un’Italia, a mio parere, in cui non si fanno oggi passi avanti, in cui è diventato lecito calpestare valori e principi fondamentali contenuti in una Costituzione che rischia di essere delittuosamente disattesa in qualche suo passaggio. Da sindaco conosco le difficoltà di chi deve amministrare, e conosco bene, come tutti i miei colleghi, il territorio in cui opero, pregi e difetti, potenzialità e carenze, ed è per questo motivo che trovo intollerabile che un governo possa cancellare, come è avvenuto con il bando sulle periferie, finanziamenti preziosi per le nostre città. Il mio disappunto è motivato dalle procedure attivate o meglio non attivate nella circostanza oltre che per il danno subito. Si è generata una rottura dei rapporti di lealtà istituzionale grave, gravissima e ingiustificata. In buona sostanza non condivido un governo che impone. Che impone Leggi che poco hanno a che vedere con la solidarietà, con l’altruismo e con quel senso civico che costituisce quel valore che ci fa sentire uomini in mezzo ad altri uomini. Un’Italia, professore, che faccio fatica a riconoscere e che è difficile presentare a questi giovani che si stanno avviando verso il futuro. Non si può accettare un’Italia in cui un esecutivo ‘sovranista’ si sostituisce all’organo sovrano che è il Parlamento. In un ambiente di propaganda continua e di democrazia digitale. Incomprensibile chi nel 2019 difende un nazionalismo estremo, ma poi è pronto ad accentuare le disuguaglianze tra le varie realtà con il regionalismo differenziato. E nessuno mette in discussione la necessità di riorganizzare il territorio attraverso gli enti che lo governano, ma pensare che l’Italia possa andare avanti con uno spezzatino regionale assecondando esigenze territoriali che minano l’unità nazionale la trovo una vera sciagura. Così come trovo gravissimo minacciare lo spopolamento istituzionale delle realtà di periferia in funzione di una visione solo esclusivamente finanziaria. Un modo di pensare questo che noi stessi rimproveriamo all’Europa che spesso al lato umano sociale preferisce quello ordinamentale finanziario. Non mi rassegno all’idea di far passare messaggi estremisti, di far arretrare la coscienza collettiva, di graffiare irrimediabilmente le giovani coscienze. Perché sappiamo quanto può essere pericoloso il fanatismo e quante vittime ha mietuto nella storia, soprattutto quella contemporanea.
Io non abuso ulteriormente dell’onore che mi è stato concesso saluto ancora Lei professore Cassese sarà per me un piacere ascoltare il suo pensiero e ringrazio nuovamente il magnifico Rettore Gianmaria Palmeri per il lavoro fatto e per la strada percorsa insieme.
A voi questi studenti, a cui auspico ogni bene, che dovete poter programmare il vostro futuro auguro che non perdiate mai la speranza né la fiducia nelle istituzioni. Ne in un domani da vivere da protagonisti.