La consigliera Fanelli evidenzia gli errori presenti nell’ avviso pubblico per i lavori di utilità diffusa. Avviso che riguarda 580 molisani da impiegare nell'arco di sei mesi presso amministrazioni pubbliche
13 Febbraio 2020(PressMoliLaz) Campobasso, 13 feb. Si riposta quanto segue: Superare gli errori contenuti nell’Avviso Pubblico “Progetti volti alla realizzazione di opere e servizi di Pubblica Utilità”, per consentire a circa 580 molisani di poter accedere, senza brutte sorprese, alla possibilità di lavorare per sei mesi presso le pubbliche amministrazioni, percependo, complessivamente, 4200 euro.
È questo il risultato conseguito ieri sera in Consiglio regionale, grazie all’ordine del giorno presentato dal Gruppo del Partito Democratico, passato con nove voti favorevoli e quattro astensioni di altrettanti colleghi consiglieri, che però, nel dibattito, hanno avanzato comunque proposte utili (sui criteri di ripartizione dei lavoratori presso i Comuni, ad esempio).
Un atto che impegna il Presidente Toma e la struttura regionale competente a sospendere la procedura in atto e valutare la correzione del bando “Lavori di utilità diffusa”, riformulando lo stesso alla luce delle criticità emerse nel corso del dibattito in Aula.
“Prima questione: mi sono interrogata su che cosa siano lavori di utilità diffusa, istituto su cui non riesco ad avere contezza. Negli ultimi giorni, poi, abbiamo ricevuto numerose segnalazioni relative agli errori contenuti nell’Avviso pubblico, che potrebbero inficiare la validità delle procedure di selezione che sono in corso di attivazione da parte di 93 comuni molisani”, ha spiegato il capogruppo Pd Micaela Fanelli.
“Ad esempio, diverse amministrazioni locali hanno sollevato dubbi circa la forma giuridica dei rapporti da stipulare; sulla correttezza dell’indicazione della categoria “disoccupati” (stante la fonte finanziaria a valere su area di crisi), che invece sembrerebbe collegata alle forme di titolari di trattamento di sostegno al reddito; sulla previsione normativa nazionale che prevede in capo ai Comuni la possibilità di attivare solo determinati rapporti come forma di inserimento formalizzata di lavoro, in base a quanto previsto dalla normativa attuale. Dunque, per il bene dei tanti cittadini e delle amministrazioni comunali che sono in attesa di questi progetti ormai da circa un anno e mezzo, è necessario mantenere un atteggiamento costruttivo e teso al superamento delle criticità emerse, verificando e modificando le procedure affinché si giunga ad una conclusione positiva”.
“Perché l’obiettivo finale – ha specificato Micaela Fanelli – resta quello di assicurare ai cittadini e ai Comuni forza lavoro e trattamenti economici certi e inattaccabili dal punto di vista delle procedure amministrative. Far sentire utile, senza incertezze, chi vuole rendersi utile perché inserito in un percorso al servizio delle comunità locali (verde pubblico, sociale etc). Per questo, vigileremo affinché la volontà e le indicazioni del Consiglio regionale siano rispettate e, al più presto, si giunga alle correzioni dell’Avviso. Abbiamo ipotizzato delle soluzioni, come ad esempio l’attivazione della forma del rapporto di tirocinio formativo e altre previste dall’ordinamento vigente, e come fare chiarezza sulla titolarità dell’obbligo della copertura assicurativa dei lavoratori, ma bisogna che l’Assessorato si rimetta al lavoro. E serve attivare forme preventive di concertazione sugli strumenti riguardanti le politiche del lavoro, e di discussione in Consiglio anche tramite l’apposita commissione, sia in sede di Tripartita che di partenariato allargato, per evitare errori e pianificare correttamente le offerte lavorative in base al fabbisogno”.