Nuova sede comunale, il sindaco Ottaviani sostiene: un palazzo atteso da settant’anni.
23 Febbraio 2020(PressMoliLaz) Frosinone, 23 feb. “L’acquisto del palazzo della Banca d’Italia, nella parte alta della città – ha dichiarato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani – restituisce al capoluogo una parte importante della propria identità, storica e culturale dopo che, settant’anni fa, la sede municipale era stata bombardata e distrutta nel corso dell’ultimo conflitto bellico. La nuova casa comunale, anche grazie al pregio istituzionale e architettonico dell’immobile ex Banca d’Italia, contribuirà a rafforzare il senso di appartenenza ad una comunità coesa che, spesso, ha dato prova di grande generosità e solidarietà verso l’intero territorio provinciale”.
Il Consiglio comunale, lunedì prossimo, sarà infatti chiamato a pronunciarsi sul passaggio definitivo dell’acquisto di un immobile di pregio tramite lo strumento finanziario, finora mai utilizzato in Italia, del rent to buy. In questo modo, l’amministrazione Ottaviani intende chiudere il percorso volto all’acquisizione, all’interno del patrimonio pubblico, dell’immobile della Banca d’Italia, che insiste su piazzale Vittorio Veneto, per destinarlo a nuova sede comunale, ove verrà insediata anche la pinacoteca del capoluogo. L’operazione, condotta personalmente dal sindaco, Nicola Ottaviani, con l’assessorato della governance, coordinato da Pasquale Cirillo, e con quello al bilancio, coordinato da Riccardo Mastrangeli, attraverso una condivisione voluta con tutti i gruppi consiliari della maggioranza, consoliderà ulteriormente la vocazione storica e culturale della parte alta della città.
Costruito a partire dal 1854, il palazzo ha ospitato gli uffici della Banca d’Italia fino alla chiusura avvenuta nel 2008. Già sede dei gendarmi pontifici, fino alla seconda guerra mondiale (nel corso delle quale ha riportato, come tutto il territorio comunale, ingenti danni) ospitava la caserma dei reali carabinieri.
La collocazione dell’edificio voluta dall’istituto di via Nazionale non sorprende: dalla prima sede in Firenze alle successive acquisizioni di edifici, le filiali della Banca d’Italia sono state sempre collocate nei punti più rappresentativi delle città, in palazzi storici che annoverano elementi architettonici e artistici di pregio. Nelle costruzioni edificate all’inizio del secolo scorso la Banca, basandosi sul linguaggio costruttivo e decorativo del periodo, ha inteso trasmettere un’immagine di sobrietà e solidità, di bellezza austera, che poco o nulla concedeva allo sfarzo, ma era sempre intimamente legata alla storia economica, sociale e culturale delle città e al prestigio dell’Istituzione.
L’immobile presenta una superficie totale pari a complessivi 3.468,46 mq, di cui 1631 per locali, 429 per abitazioni, 268 per archivi.
L’amministrazione Ottaviani ha, dunque, negoziato con l’Istituto condizioni ritenute favorevoli anche per un ente, quale è il Comune di Frosinone, in riequilibrio finanziario (procedura che non permette di effettuare mutui, oltre a comportare ulteriori limitazioni previste dalla normativa vigente). Il rent to buy risulta, dunque, dalla combinazione di un contratto di locazione con un preliminare di vendita di un immobile entro un termine stabilito (10 anni).
L’operazione, lunedì, sarà sottoposta al vaglio del Consiglio comunale, competente sull’acquisto, trattandosi di un contratto pluriennale, fermo restando l’indicazione delle risorse finanziarie in tale lasso di tempo necessarie per tale acquisizione, che prevede anche la vendita o la messa a rendita dei beni di proprietà comunale liberati dal trasferimento nella nuova sede.