Il presidente dell’ordine dei medici del frusinate Fabrizio Cristofari: “il momento è delicato, ma alla fine sarà la vittoria di tutto il territorio
12 Marzo 2020(PressMoliLaz) Frosinone, 12 mar. Il momento è delicato, ma tutti insieme possiamo, e dobbiamo, farcela. E sarà una vittoria della sanità, ma soprattutto del Territorio.
E’ l’appello del presidente dell’Ordine dei Medici di Frosinone, Fabrizio Cristofari, in queste ore in prima linea contro il diffondersi del Covid 19.
Spiega Cristofari:
“E’ una malattia di cui non avrei mai voluto parlare, durante la mia vita. E’ una patologia virale nuova, molto subdola, con la caratteristica di essere molto contagiosa, che potrebbe sfociare in pandemia. In questo momento la stiamo combattendo con strumenti che non sono specifici per questa patologia, ma abbiamo visto che ci sono numerosi casi di guarigione. E questo ci dà grande forza. Adesso, l’unica possibilità che abbiamo per evitare il contagio, è quella di evitare i contatti inter-umani. Se tutti saremo in grado di rispettare le direttive che ci vengono dalla Scienza e dal Governo, ce la faremo e sconfiggeremo questa patologia.
In questo momento di grande stress, devo ringraziare tutti i medici e tutti gli operatori sanitari che stanno operando con il massimo impegno professionale che li porta a lavorare sino allo stremo delle forze. Abbiamo tutti, davanti agli occhi, le immagini dei medici e degli infermieri della Lombardia… ma tali scene le viviamo anche qui, ogni giorno, tra di noi. Operatori che sfidando il rischio infettivo, danno il loro massimo contributo per cercare di salvare più persone possibili.
Ma questo è un momento di riscatto anche per la sanità pubblica. Sì, proprio la bistrattata sanità pubblica italiana (che noi , come operatori, sappiamo essere una delle migliori al mondo) ha dimostrato oggi di dare una risposta assolutamente straordinaria.
Credo che a questo punto, la politica debba fare una riflessione per il futuro, perché negli ultimi 20 anni si è assistito solo a tagli e a riduzione di personale. E questo, si è dimostrato, per un evento straordinario può diventare fatale.
Per quanto riguarda la nostra Regione, va detto che si è organizzata per tempo. E’ più di un mese che lo Spallanzani (ospedale di riferimento di grande valore nazionale e internazionale dal punto di vista sia scientifico che clinico) coordina tutta una serie di iniziative importanti, mentre la Regione ha disposto una organizzazione capillare nelle varie Asl. A cominciare dalla nostra.
La Asl di Frosinone è riuscita ad organizzarsi bene perché ha messo in piedi una task force più di un mese fa, ha individuato Frosinone come ospedale di riferimento infettivologico, e ha riorganizzato le attività negli altri ospedali sul territorio per accogliere al meglio i pazienti.
Questa esperienza ci insegna che ora la nostra provincia dovrebbe attrezzarsi anche a livello delle terapie intensive, perché c’è stata una importante espansione di questa branca, proprio per accogliere pazienti provenienti da altre province.
Sicuramente questo è un momento di vanto per i medici Frusinati perché sia gli infettivologi, gli anestesisti, gli pneumologi, sia i medici dell’emergenza, sia i medici di tutte le specialità, stanno dando, come gruppo e organizzazione, una risposta efficiente alle istanze del Territorio.
Per quanto riguarda il vertice della nostra struttura sanitaria, va riconosciuto che la direzione ASL ha messo in atto una strategia che ha subito dato i suoi effetti positivi, organizzando tutta la struttura in maniera ottimale, in modo da consentire l’accoglimento dei malati da tutto il territorio.
Certo, come in tutta Italia soffriamo di carenza di apparecchiature, ma soprattutto di dispositivi (ossia gli strumenti, i software , o altri articoli destinati alla diagnosi e alla prevenzione) ma su questo ci stanno lavorando la Protezione civile, la Regione e la Asl.
In questi giorni dobbiamo riconoscere un altro baluardo della nostra sanità, che è la Medicina del Territorio, in particolare i medici di famiglia : a loro è assegnato un compito molto importante che è quello del primo contatto con il paziente. E la risposta che stanno dando, in questi momenti concitati, è particolarmente preziosa.
Per chiudere lancio un appello a tutti, a cominciare da me stesso: dobbiamo cambiare per un po’ (un mese, due…) le nostre abitudini. Ci dobbiamo riuscire perché è una battaglia che tutti noi dobbiamo vincere. E se la vinceremo dal punto di vista sanitario, la vinceremo anche dal punto di vista sociale ed economico.