L’Associazione Giuseppe Tedeschi chiede più attenzioni alle attività commerciali e tutela agli operatori sanitari
20 Marzo 2020(PressMoliLaz) Campobasso, 20 mar. In una fase di emergenza bisogna mantenere i nervi saldi, essere lucidi, non disperdere energie su aspetti secondari e focalizzare le priorità su cui intervenire con somma urgenza.
Primum vivere, deinde philosophare dicevano i latini. La questione cruciale in queste ore è salvare vite umane, nel Mondo, in Italia e in Molise, e quindi occorre fermare ogni attività non essenziale e tenere le persone a casa per bloccare il contagio, proteggendo meglio tutti coloro che sono costretti a non fermarsi a partire dai Medici, Tecnici e Operatori Sanitari, Forze dell’Ordine e lavoratori dei trasporti, della distribuzione e dei servizi.
Chi mette le mani su una persona per curarla deve essere certo di stare bene e non può restare privo di dispositivi individuali di protezione indispensabili. Ciò che è accaduto in queste settimane in Molise ci conferma la necessità di apportare rapidi correttivi sia per tutelare i medici del 118 e delle strutture ospedaliere, che i ricoverati, il personale diretto e esterno, e le loro famiglie.
Contestualmente necessita potenziare la qualità e quantità dei posti letto e dei macchinari da impegnare in questa emergenza dedicando l’Ospedale di LARINO già dotato di alcuni macchinari e di una camera iperbarica a questo scopo, così come stanno facendo altre regioni e come hanno fatto in Cina.
Sul punto più di 30 Sindaci del Basso Molise insieme a Forze Politiche, Sindacati e Associazioni hanno lanciato questa proposta al Governo Nazionale e al Tavolo dell’unità di Crisi Regionale. Non si perda altro tempo e si attrezzi immediatamente la struttura di Larino di concerto col Commissario delegato Domenico Arcuri, soffermandosi anche sulle modalità di reperimento degli specialisti che occorrono e non escludendo a tal proposito né di ricorrere all’Esercito, che ad Emergency, a Cina, Cuba o chicchessia pur di salvare vite umane.
Potenziare e migliorare tutta la rete sanitaria territoriale e ospedaliera regionale, salvaguardare e coordinare meglio i medici di base, utilizzare in modo più esteso i tamponi per le categorie più esposte e circoscrivere al massimo gli spostamenti delle persone.
L’estendersi del contagio limita i margini di manovra complessivi, blocca i territori e renderà sempre più arduo reperire materiali protettivi e personale sanitario specializzato.
Per questo il Molise stremato da 15 anni di tagli draconiani si adoperasse da subito con la Protezione Civile Nazionale, lo Stato Maggiore dell’Esercito, il Ministero della Salute, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Commissario Domenico Arcuri per costruire una rete più solida ed efficace.
Non dimentichiamoci che presso la nostra Università c’è una Facoltà di Medicina da cui proviene lo stesso Rettore e non escludiamo che è preferibile coinvolgere i medici cinesi, cubani o sudafricani, o grandi organizzazioni come Emergency e mettergli a disposizione l’ospedale di Larino più che non essere in grado di salvare la vita alle persone.
Si sono persi 15 giorni dopo i contagi al San Timoteo a cui si è aggiunto anche qualche difficoltà al Neuromed e alla rete del 118 e il Molise è fermo al palo.
Non si può agire con i tempi ordinari quando si è in piena emergenza, e sulle strutture sanitarie, gli strumenti di protezione individuali per gli operatori e su un programma che non accentri tutto al Cardarelli (errore grave) c’è bisogno di recuperare i 20 giorni persi.