Celebrata anche a Campobasso la 70esima edizione della Giornata nazionale dedicata alle vittime degli incidenti sul lavoro
12 Ottobre 2020(PressMoliLaz) Campobasso, 12 ott 20 Anche a Campobasso, nella mattinata di ieri domenica 11 ottobre, si sono tenute le celebrazioni per la 70esima edizione della Giornata nazionale dedicata alle vittime degli incidenti sul lavoro. Quest’anno le tradizionali celebrazioni previste su tutto il territorio nazionale, si sono svolte in forma ridotta a causa della situazione emergenziale legata alla pandemia in corso. A Campobasso, la giornata organizzata dalla locale Sezione Territoriale dell’Associazione Nazionale Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro (ANMIL), ha visto in programma prima una celebrazione eucaristica presso la chiesa del Sacro Cuore e poi la deposizione di una corona d’alloro al Monumento ai Caduti sul Lavoro in via Garibaldi (Pal. INAIL).
A rappresentare la Città di Campobasso e la sua Amministrazione comunale, era presente il sindaco Roberto Gravina che ha dichiarato:
“È estremamente importante, non solo in giornate come questa espressamente dedicata al tema, dare ascolto e considerazione all’esperienza di vita di invalidi del lavoro e superstiti per progettare interventi futuri in grado di aumentare i livelli di sicurezza negli ambienti e negli ambiti lavorativi, in linea con le reali esigenze e le concrete difficoltà che i lavoratori dei più svariati settori si ritrovano a dover affrontare ogni giorno.
L’attività di informazione e prevenzione in questo settore, deve procedere di pari passo con quella di controllo e verifica dell’attuazione delle leggi e dei protocolli, – ha aggiunto Gravina – in modo da non sottovalutare alcun tipo di rischio, anche il più piccolo e apparentemente marginale. Questo genere di attività sono possibili e programmabili grazie alle collaborazioni istituzionale, all’Inail, e soprattutto grazie all’impegno, alla dedizione e alla sensibilità di associazioni come l’Anmil, capaci di rendere visibile, anche comunicativamente, un problema che ha condizionato purtroppo la vita di tantissimi lavoratori e delle loro famiglie. Un paese moderno non lo si riconosce solo dalla propria efficienza produttiva o organizzativa, ma anche e soprattutto dalle forme di tutela che è in grado di garantire ai propri cittadini e a chi, come nel caso dei lavoratori, con la propria opera concorre alla costruzione del benessere collettivo.”