Rio Vivo di Termoli, mozione presentata dal Capogruppo PD
19 Maggio 2021Un voto ed un impegno atteso da moltissimi residenti che vivono in quella contrada, alcuni da quattro generazioni, che rischiano di dover sborsare ingenti somme di denaro e anche di perdere la casa, se i Ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture non intercederanno presso l’Agenzia del Demanio, da oggi anche con il supporto formale e politico della Regione Molise.
Come ha ricordato il professor Giovanni Di Giandomenico nel corso dell’incontro pubblico promosso il 30 aprile nella sala consiliare del Comune di Termoli, per la zona di Rio Vivo esistono numerose azioni giudiziarie, inizialmente promosse dall’Avvocatura dello Stato nel 1981, che rivendicavano allo Stato parte di essa in qualità di demanio marittimo dai numerosi abitanti che, nel frattempo e con un piano regolatore comunale approvato dall’allora Ministero dei LL.PP., avevano costruito un intero quartiere cittadino di circa, ormai, 1000 abitanti. I privati si opposero alle pretese statali sulla zona eccependo l’intervenuta usucapione.
Ma, con l’andare del tempo, anche gran parte della zona venne rivendicata quale demanio. Nacquero così centinaia di giudizi in corso, presso la Corte d’Appello di Campobasso.
Tuttavia, come spiegato in quella stessa occasione dall’avvocato Venittelli, all’epoca parlamentare, con Legge n. 205/17 del 27 dicembre 2017 (finanziaria 2018), si è riconosciuto che il territorio in discussione è da qualificare come patrimonio disponibile dello Stato e che, in base alla loro intestazione catastale, va applicata anche al Comune di Termoli la stessa legge n. 140 del 2004 che aveva dichiarato già per il Comune di Campomarino la stessa natura privatistica di un territorio molto più esteso, per centinaia di ettari, e destinato ormai a residenze turistiche.
La Corte d’Appello di Campobasso, però, non uniformandosi al disposto legislativo della L. 205/17, ha pronunciato tutta una serie di sentenze di condanna (ora al vaglio della Cassazione) nei confronti dei cittadini di Rio Vivo, con cui si chiede il pagamento di cifre enormi di indennizzi, il rilascio dei suoli e l’abbattimento delle loro case di abitazione. Tutto ciò, senza tenere in debita considerazione che vi sono state situazioni analoghe a quella di Rio Vivo, dove l’Agenzia del Demanio ha già ritenuto applicabile la legge 104/04 e la L. 205/17 nello stesso Comune di Termoli, tant’è che con atto del 18/4/18 ha transatto con alcuni privati un giudizio esistente sempre presso la Corte d’Appello di Campobasso, riconoscendo il loro possesso ultraventennale su diverse particelle.
Non si comprende, dunque, il motivo per cui l’Agenzia del Demanio stia operando solo per alcuni giudizi, in contrasto con i principi d’imparzialità, della buona fede e correttezza, ponendo in essere disparità di trattamento. Motivo per cui, in parallelo alle azioni giudiziarie in atto, si è resa necessaria ed indispensabile un’azione congiunta, coordinata e trasversale di tutte le forze politiche locali e regionali, affinché i Ministeri competenti (Finanze e delle Infrastrutture) riconoscano i fondati motivi dei residenti e si adoperino di conseguenza nei confronti dell’Agenzia.
E la mozione oggi votata all’unanimità in Consiglio regionale – che ringrazio per la sensibilità dimostrata, anche in particolar modo dall’Assessore Niro – mira proprio ad unire tutte le forze politiche della massima assise molisana, per investire e rinforzare anche le iniziative parlamentari già in atto, e porre, finalmente, la parola fine ad una assurda e pericolosa vicenda giudiziaria ed arrivare in tempi rapidi e certi alla giusta e definitiva soluzione di tutti i problemi che, ingiustamente, ancora gravano su moltissimi termolesi residenti a Rivo Vivo.