La Corte dei Conti “bacchetta” l’Asrem Micaela Fanelli parla di "gestione fallimentare"
19 Luglio 2022Ben undici contestazioni, alcune delle quali gravissime, che certificano il fallimento della gestione dell’Asrem diretta dal DG Florenzano, sotto il controllo del Commissario e Presidente Toma.
E cioè: inattendibilità del bilancio di previsione; perdita d’esercizio pari a euro 49.915.048, in merito alle prestazioni intramoenia, mancata individuazione e quantificazione dei costi correlati alla gestione, nello specifico quelli indiretti.
Ancora, la Corte rileva criticità connesse all’aumento del rischio generato dalle cause promosse dai dipendenti e co.co.co. assunti a tempo determinato e di quello afferente al contenzioso per acquisti dei beni da privati accreditati che, anche per l’esercizio 2020, non hanno sottoscritto le convenzioni.
Vengono inoltre sottolineati i provvedimenti di reiterata proroga degli incarichi conferiti dall’Azienda sanitaria, in contrasto con il principio della temporaneità; quindi le ingenti perdite non coperte, pari a euro 229.627.609,00 e l’ingente ammontare di crediti verso la Regione per spesa corrente e per versamento a patrimonio netto che, sommati a quelli degli esercizi pregressi, sono complessivamente pari a euro 73.694.013,60.
Nell’ambito dell’attività di revisione, inoltre, si evidenzia la mancata effettuazione dell’attività di circolarizzazione, iniziata solo a partire da ottobre 2021; la mancata restituzione dell’anticipazione di tesoreria per un importo pari, al 31 dicembre 2020, a euro 17.187.180,50; il mancato rinnovo della convenzione di tesoreria (criticità particolarmente risalente) e, dulcis in fundo, la non operatività dei sistemi budgetari e di contabilità analitica.
Fatti, atti, non opinioni politiche, che certificano una gestione incompetente, miope, poco rispettosa delle leggi, del personale in servizio, dei cittadini che, non per colpa loro, non trovano in Molise un sistema sanitario capace di garantire i diritti minimi, non per colpa dei medici, degli infermieri e dei lavoratori dell’Azienda sanitaria, ma per un management che, carte alla mano, non è mai stato all’altezza del compito assegnato.