Roma Capitale, cresce ancora la richiesta di lavoro agile L’assemblea dei capitolini decreta la priorità dello smart working
30 Settembre 2022(PressMoliLaz) Roma, 30 set 22 Mercoledì 28 settembre, centinaia di dipendenti sono accorsi in Campidoglio per partecipare all’assemblea convocata dai rappresentanti di USB e COBAS per contestare la scandalosa gestione del lavoro agile presso il Comune di Roma. Roma Capitale è l’unico grande Ente d’Italia che ha, di fatto, azzerato l’esperienza del lavoro a distanza. Il piano organizzativo adottato, avallato dalle organizzazioni sindacali maggioritarie, è stato congegnato come uno strumento utile ad ostacolare l’organizzazione del lavoro a distanza, piuttosto che ad avviare un processo innovativo fondato sulla digitalizzazione dei processi lavorativi orientata ai risultati e sull’autonomia e responsabilizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici. In questi giorni, i dirigenti capitolini stanno rallentando artatamente anche la sottoscrizione degli accordi individuali per un solo giorno di smart working a settimana. Tutti gli uffici del personale di Roma Capitale sono impegnati nell’applicazione di cervellotiche disposizioni finalizzate a frenare l’iter delle istanze di accesso al lavoro a distanza presentante dai lavoratori. L’assemblea ha evidenziato lo sconcerto, la rabbia e le legittime pretese del personale capitolino, ormai fermo sull’idea che la conciliazione di tempi di vita e di lavoro, in una città come Roma, rappresenti una priorità assoluta, un obiettivo non più rinviabile. L’assemblea ha approvato una mozione per chiedere l’immediata riforma del piano organizzativo del lavoro a distanza. Da questa mozione è nata una petizione per raccogliere, entro il 10 ottobre, almeno 2000 firme del personale capitolino che verranno consegnate direttamente al Sindaco Gualtieri.
A questo link è disponibile il testo della petizione: https://chng.it/JCxYMCCGDY.
Ci fermeremo solo quando Roma Capitale adotterà lo smart working come misura strategica. La città di Roma, per il ruolo, le dimensioni, la complessità dei problemi che la caratterizzano e gli indiscutibili ritardi maturati rispetto all’adozione di un modello sostenibile di sviluppo urbano, non può perdere l’opportunità di partire da se stessa, dalla propria organizzazione interna.