Lazio PRC: ““malasanita’ no ad un sistema sanitario regionale in mano ai privati!”
6 Ottobre 2022(PressMoliLaz) Roma, 06 ott 22 I dati ci dicono che in circa dieci anni, in Italia, sono stati chiusi 173 ospedali e ridotto il personale del 6%, oltre alla perdita di altri presidi sanitari, realizzati grazie al Servizio Sanitario Nazionale, poi liquidati da governi del centro destra e del centro sinistra.
Nel Lazio ne sono stati chiusi decine, nonostante mobilitazioni e denunce delle comunità locali, placate quasi sempre con la promessa dell’attivazione di strutture come i Punti di Primo Intervento e l’Ospedale di Comunità.
C’era una volta, come in tanti centri del Lazio, l’ospedale di Cori, che pur essendo considerato uno dei migliori della provincia di Latina, venne sostituito da un Punto di Primo Intervento (PPI), ma poi fu necessaria una forte mobilitazione della comunità locale, per non perdere anche quella struttura per il trattamento delle urgenze minori e una prima stabilizzazione dei pazienti prima del loro trasporto nel pronto soccorso adeguato. Arrivò in seguito il così detto Ospedale di Comunità a illudere la cittadinanza di aver riacquistato un valido presidio sanitario.
A fasi alterne, come in questo periodo, l’ospedale, che di comunità porta solo il nome, rimane privato della presenza del medico, che la ASL dirotta dove ritiene più necessario, lasciando il presidio a infermieri che debbono per di più fare turni massacranti per sopperire alla carenza di organico anche di questa professione.
Di questa gestione indecente, che non tutela né i pazienti, né il personale sanitario è responsabile la Regione Lazio, che sta trasformando il Sistema Sanitario Regionale in una “stazione appaltante”, con il potenziamento della sanità privata accreditata e il passaggio di mano dal pubblico al privato con la conseguente distruzione del Sistema Sanitario pubblico e l’abbandono della cittadinanza alla rinuncia alla cura o se può a tutelarsi con coperture assicurative.
RIFONDAZIONE COMUNISTA lotta per finanziamenti adeguati e la ripubblicizzazione dei servizi, unica condizione per la tutela della salute prevista come diritto fondamentale dalla Costituzione.
Un’altra sanità è possibile e deve essere necessariamente PUBBLICA.