Pignalberi denuncia tre P.M. e un Giudice di Frosinone al Csm:
10 Luglio 2023(PressMoliLaz.) Frosinone,10 Lug. 23 Riceviamo e pubblichiamo. A seguito comunicato diramato alla stampa ( e da noi riportato) dall’Ordine degli avvocati di Frosinone, Fabrizio Pignalberi risponde con una sua successiva nota ai sensi del D.Lgs 23 febbraio 2006, n. 109 (Disciplina degli illeciti disciplinari dei magistrati) e documentando passo dopo passo l’istanza.
Nel comunicato chiede l’intervento della sezione disciplinare del Csm sottoponendo la denuncia al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio e al Csm. Ed è indirizzata anche al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, Luigi Salvato e per conoscenza al Presidente della Repubblica e del Csm, Sergio Mattarella. È proprio a quest’ultimi che Pignalberi sottolinea il singolare trattamento subito, dopo aver già depositato una denuncia presso la Procura di Perugia. Il documento è corposo e ne abbiamo riassunto solo alcuni passaggi:
“Una persona nel 2019 depositava delle dichiarazioni dinanzi al PM, asserendo che avesse conosciuto Pignalberi nel 2019, a seguito di un veicolo in panne. Nel 2022 la persona in questione denuncia il Pignalberi per una truffa avvenuta nel 2018. Ancora il Gup di Frosinone rinviava un processo del maggio 2023 al 5 luglio, per verificare previamente l’esposto avanzato dal Pignalberi contro un consulente del PM, ma lo stesso Gup rinviava a giudizio il Pignalberi prima della definizione del procedimento nei confronti del Consulente.
Ancora un altro elemento discordante. Veniva notificato a Pignalberi un avviso di conclusioni indagini preliminari, a seguito di una querela sporta da una persona che dichiarava che il Pignalberi nel settembre 2019 avesse stipulato un contratto, truffandogli 20 mila euro. La stessa persona sentita a sommarie informazioni nel mese di ottobre aveva sostenuto un altra versione. Tutti dati incongruenti che i magistrati non hanno valutato ma hanno solamente pensato di notificare l’avviso ex art.415 bis c.p.p. nei confronti di Pignalberi”.
Il leader di Più Italia continua: “Pignalberi nonostante rappresentasse le anomalie, la Procura disponeva il decreto di citazione a giudizio, addirittura in una circostanza in cui il Pignalberi denunciava un consulente del PM e la querela veniva trattata dallo stesso P.M che lo aveva nominato”.
Come avrebbe mai potuto rinviare a giudizio il suo stesso consulente. Pignalberi è anche amareggiato per l’iniquo trattamento ricevuto su di un altra vicenda.
“Un PM ha ricevuto una mia denuncia querela, ampiamente pubblicizzata dai media, presentata da un soggetto che sosteneva di essere stato truffato per una vettura, ma nonostante la dichiarazione della moglie, con la quale documentava che il marito avesse mentito e che il veicolo si trovasse presso la sua abitazione, circostanza facilmente verificabile, il PM non ha voluto sentire il teste chiave, addirittura dichiarandolo non valido.
Altra vicenda avvenuta dinanzi ad un Giudice di Frosinone. Pignalberi chiedeva di nominare un consulente per verificare la firma su di un documento, il Giudice oltre a non concedere tale prova, escludeva addirittura due testimoni chiave nel processo, chiudendo l’istruttoria e non consentendo allo stesso di depositare documenti a sua difesa, violando il diritto di difesa, del contraddittorio, oltre al principio sancito dalla Costituzione, del giusto processo.
Pignalberi depositava un esposto per diffamazione e divulgazione di documenti, ma per il PM non vi era reato.
Ma vi è dell’incredibile. Pignalberi veniva raggiunto dalla redazione le IENE nel giugno 2021 denunciava i personaggi rivoltisi alla redazione, ma per il magistrato era il Pignalberi che aveva diffamato loro attraverso un post.
Pignalberi lamentava poi come la Procura abbia: “Volutamente ritardato l’iscrizione nel registro degli indagati in un procedimento. L’indagato Pignalberi che poi è diventato “imputato principale” nel procedimento. Succede nel corso della seduta dell’udienza preliminare del 5 luglio 2023.
Qui Pignalberi ripercorre: “Ho chiesto la parola davanti al GUP e domandando formalmente di conoscere a quale titolo potessi essere definito “imputato”, non essendo io imputato per il reato più grave nel processo, essendo incensurato e avendo una sola contestazione.
Il procuratore rispondeva: “l’imputato con più visibilità mediatica”, descrivendo così la propria strana concezione del rapporto tra indagini penali e visibilità mediatica”. In quella seduta, Pignalberi a suo supporto depositava una relazione dei carabinieri di Frosinone, varie testimonianze ma addirittura un ricorso di separazione nel quale la parte offesa, in separazione dichiarava che la moglie aveva abbandonato il tetto coniugale, mentre lui era a lavoro, in fase di querela nei confronti di Pignalberi denunciava invece che la moglie era in casa.
Ma non basta. Pignalberi infine denunciava l’ordine degli avvocati di Frosinone, in seguito a delle varie comunicazioni e addirittura per aver portato un testimone al processo, ma citato dal Pignalberi e fatto passare per teste della parte civile, ma c’è dell’incredibile tale testimone sarebbe parte offesa di Pignalberi in un altro processo, quindi come potrebbe essere attendibile?
Ma qui dovrà rispondere l’avvocato che rappresenta l’ordine, visto che sarebbe lo stesso legale che lo difende anche nell’altro procedimento.
Pignalberi riferisce a codesta redazione di avere in corso vari processi penali, ma attualmente di non aver riportato nessuna condanna definitiva, stante alle notizie che corrono negli ultimi giorni, è proprio in tale circostanza che il Pignalberi con il sorriso riferisce:
“Per tutta questa pubblicità mediatica, purtroppo ancora una volta devono ringraziare Frosinone che continua a consentirglielo”.
FABRIZIO PIGNALBERI.