Costruire il piano sociale cittadino. Funari: comunicare i benefici del welfare per tutti i cittadini
14 Aprile 2024(PressMoliLaz) Roma, 14 Apr 24 “Un piano sociale è un documento strategico che un’amministrazione comunale è tenuta a scrivere, facendo l’analisi dei bisogni della città, definendo le priorità e gli obiettivi e mobilitando le risorse umane, finanziarie e infrastrutturali necessarie per attuarlo. Un piano sociale non è un atto burocratico, ma l’occasione per restituire parola a chi ogni giorno vive e conosce la città”.
Con queste parole l’assessora alle Politiche Sociali e alla Salute Barbara Funari ha aperto l’incontro “Innovare e Potenziare il Sistema di Welfare a Roma, il ruolo degli operatori sociali” che si è tenuto presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi Roma Tre.
“Le politiche del welfare socioeducativo, socioassistenziale, sociosanitario – ha spiegato Funari – faticano ad essere percepite come rilevanti per la vita dei singoli e il benessere di una città. Eppure sono queste politiche che permettono a tanti cittadini, specialmente se si trovano in situazioni di fragilità, di accedere a opportunità di cura, aiuto, socialità, educazione, assistenza. Forse oggi è il momento di provare a cambiare e comunicare i benefici che l’investimento sul welfare porta al vivere e convivere. E’ necessario rendere più comprensibile l’impatto che le politiche sociali hanno sulla società nel suo insieme: è uno dei grandi beni comuni della città e contribuisce a renderla più inclusiva, equa ma anche più serena. Un piano sociale si delinea anche con i professionisti che lavorano ogni giorno nei servizi del welfare cittadino: assistenti sociali, educatori, pedagogisti, psicologi, tutte le diverse figure professionali che si occupano di cura, assistenza, riabilitazione e che quotidianamente incontrano famiglie e minori. L’ambizione di un piano sociale è quella di incidere sulla vita quotidiana della città: alleviare le fatiche del vivere, ricucire fiducia tra Istituzioni e cittadini, disinnescare le micce dell’odio, promuovere nuove forme di convivenza e, con il supporto fondamentale degli operatori sociali, ridare centralità alla relazione con la persona. A vantaggio di tutti.”