Campidoglio, via il nome a strade intitolate a firmatari Manifesto della Razza. Raggi scrive ai cittadini “Atto forte e necessario. Sceglieremo con residenti e studenti tra personalità che si opposero a quel documento”
6 Settembre 2018(PressMoliLaz) Roma, 06 set. La 06olpì migliaia di ebrei, molti dei quali romani, togliendo loro diritti, lavoro, dignità, la possibilità di studiare, fino all’infame deportazione nei campi di concentramento. Le leggi razziali furono precedute dalla firma del Manifesto della Razza, il documento con cui alcuni scienziati e accademici sottoscrissero le presunte basi scientifiche che portarono a queste aberranti scelte. Una pagina buia della nostra Storia. Per questo, ho scritto ai cittadini residenti di due vie di Roma, via Donaggio e di via Zavattari, intitolate a due dei firmatari del Manifesto della Razza, comunicando la decisione dell’Amministrazione. E’ un atto dovuto, da parte della città di Roma, necessario a comprendere le responsabilità del passato, ad averne memoria e a evitare che tutto questo possa ripetersi. La nostra città ha vissuto la deportazione, i segni della guerra, ma ha mostrato anche il coraggio della resistenza, come testimoniano le medaglie d’oro al valor civile conferite ai quartieri Quadraro e Centocelle. Avvieremo con i cittadini interessati e con gli studenti romani un percorso partecipativo, che vedrà due importanti appuntamenti in autunno. Nel primo saranno raccontate le storie dei tanti cittadini, bambini e adulti, e degli scienziati che furono vittime del razzismo e di quelle leggi. Tra questi ultimi, insieme ai cittadini, sceglieremo le due personalità a cui intitolare le vie. Una scelta forte, ma dovuta, fatta per non dimenticare”, dichiara la Sindaca di Roma Virginia Raggi. “Conservare la memoria dei momenti alti e degli abissi di cui si sono macchiati i nostri avi, richiede atti che la facciamo vivere nel nostro tempo, anche fuori dalle occasioni rituali. Virginia Raggi ha fortemente voluto un atto eccezionale, la cancellazione dalla toponomastica dei nomi di chi aveva messo il proprio prestigio scientifico a servizio della diffusione di false e indegne teorie razziste. Chiamare così i cittadini a discutere della decisione e delle nuove denominazioni, è la scelta migliore che si potesse fare per tornare a riflettere sulle colpe del fascismo a 80 anni dalla promulgazione delle infami leggi razziali e sui rischi che si possono evitare ricordando il passato”, afferma il Vicesindaco con delega alla Crescita Culturale, Luca Bergamo.