Maestra sospesa dal servizio per preghiere in classe

14 Aprile 2023 0 Di

 

 

di Redazione

 

(PressMoliLaz) 14 apr 23 Un detto per dire che non si capisce più niente e prevale il disorientamento diffuso : “Non c’è più religione!”. L’espressione calza in effetti a pennello con la vicenda della maestra sospesa per cinque giorni dall’insegnamento per aver fatto recitare l’Ave Maria alla propria scolaresca in una scuola pubblica sarda dell’obbligo. La storia è stata diffusa dalla Rai, suscitando un acceso dibattito nell’opinione pubblica nazionale. Si discute cioè se sia lecito che in un’aula scolastica della Repubblica Italiana, Stato libero e democratico, i più piccoli tra gli scolari recitino la preghiera della Madre del Figlio dell’Uomo d’intesa con la loro insegnante o se invece questo non sia consentito in una istituzione laica come una scuola pubblica nazionale.

Detto che la storia è tutta da chiarire da qui a qualche giorno, una volta che gl’ispettori ministeriali inviati dal Ministero della Pubblica Istruzione avranno ultimato la loro indagine ispettiva anche per capire il ruolo avuto nella circostanza dal dirigente o dalla dirigente scolastica nonché quello eventuale delle famiglie dei piccoli scolari, piace qui riferire la testimonianza di un ex professore delle scuole pubbliche italiane dell’obbligo pervenuta in redazione. “Insegnavo nella sezione staccata di una scuola media statale del centro Italia -attacca il nostro- ed una mattina d’intesa con la mia scolaresca si decise di posizionare su una parete del corridoio della scuola un crocefisso che in effetti mancava. Nessuna imposizione preconcetta, nessuna forzatura nella circostanza, bensì confronto sul tema con gli scolari ed invito a parlarne a casa, anche per portare la quota personale per l’acquisto del simbolo della cristianità, essenzialmente per trasmettere loro il senso pieno e vero di quanto si proponeva.

Gli allievi furono tutti d’accordo sul da farsi, ne parlarono coi genitori a loro volta consenzienti e tempo qualche giorno si raccolse la modesta somma necessaria per l’acquisto del crocefisso, oltretutto non di pregio. S’informò quindi il preside dell’iniziativa invitandolo quale dirigente scolastico a presenziare all’essenziale cerimonia, previa benedizione del simbolo della cristianità e preghiera conclusiva. Inizialmente quegli si mostrò piuttosto restio ad intervenire senza motivare il proprio atteggiamento, quindi evidentemente rifletté ed alla fine presenziò all’essenziale cerimonia della sistemazione del crocefisso nel corridoio scolastico ed alla preghiera che seguì, unitamente a tanti genitori degli scolari ed ovviamente a tutti gli allievi della media.

Dopodiché la mattinata scolastica procedette in tutta regolarità, con gli alunni che nei giorni a seguire ammiravano volentieri e soddisfatti quel crocefisso esposto nella loro scuola”. Questo quanto avveniva un tempo nelle scuole pubbliche italiane, dalla testimonianza di un addetto ai lavori. “Oggi invece -chiude amaramente e sconfortato l’ex docente- si sospende una maestra per aver fatto recitare in classe alla propria scolaresca l’Ave Maria, preghiera della nostra religione cattolica e senza mancare di rispetto agli altri credi religiosi ! E’ assurdo ed inconcepibile quanto avvenuto ! E’ proprio vero … non c’è più religione !”. Sarà interessante, ad indagine ispettiva ministeriale conclusa, leggere e capire cosa ne pensa ufficialmente il Ministero Italiano della Pubblica Istruzione.