L’ospedale SS Rosario di Venafro tanto accudito dai venafrani nel passato ed oggi abbandonato dalle istituzioni
27 Aprile 2023
di Redazione
(PressMoliLaz) Venafro (IS), 27 apr 23 Il caso del SS Rosario di Venafro : le istituzioni sanitarie pubbliche l’hanno di fatto “mollato” lasciandolo strutturalmente decadere e svuotandolo di servizi e professionisti, di contro i privati venafrani nel corso dei decenni hanno messo a disposizione i loro averi con lasciti economici testamentari e comprando autoambulanza per il trasporto dei malati e il tre ruote per trasferimento delle bombole di ossigeno ed altro necessario. Ogni volta che si scrive del “povero” (dato l’abbandono e lo svuotamento !) SS Rosario di Venafro, vengono fuori storie particolari e confronti che lasciano basìti.
Vediamo la situazione oggi della pur nuova e moderna struttura medico/sanitaria venafrana eretta dall’impresa dell’attuale assessore regionale alla cultura Vincenzo Cotugno nella prima metà degli anni ’80, ossia quarant’anni orsono all’incirca, con potenziali ottime in quanto a servizi e prestazioni all’utenza che in effetti l’accolse con ampi favori popolari. Quaranta anni dopo, nonostante gli spazi, i servizi, le potenzialità e quant’altro, il SS Rosario appare progressivamente cadente e in ginocchio, stanti i nuovi indirizzi della politica nazionale e regionale in tema di ospedali e sanità pubblica, direttive che l’hanno spogliato di sale chirurgiche, unità di degenza, pronto soccorso, professionalità mediche ed infermieristiche ed offerte per l’utenza. Attualmente l’unico servizio operante nell’immenso SS Rosario, utilizzato purtroppo nemmeno al 10% delle sue potenzialità, è l’UDI per anziani e persone sole.
Nessuna sanità dell’emergenza che operi oggi all’ospedale venafrano, declassato ad ospedale di comunità e privato anche del pronto soccorso, con disorientamento totale dei 40mila molisani residenti nel mandamento del Venafrano, Molise dell’ovest, a ragione preoccupatissimi non vedendo affatto garantita la tutela della loro salute ! Servizi sanitari cioè cancellati, personale trasferito, unità di degenza chiuse, sale operatorie soppresse, utenza giocoforza sparita e struttura progressivamente cadente.
Per la conferma basta chiedere al venafrano residente a Roccapipirozzi, frazione di Sesto Campano, rimasto chiuso per ore nell’ascensore all’interno dell’ospedale e liberato solo grazie all’impegno casuale di un dipendente della struttura ! Questa, esposta in notevole sintesi, una faccia della medaglia del “povero” SS Rosario di Venafro. Per fortuna ogni medaglia ha due facce ! L’altra, sempre attinente il nosocomio pubblico venafrano, ricorda tutt’altri temi, personaggi e situazioni della stessa struttura ospedaliera.
Si era a metà degli anni sessanta, esattamente nel 1964, ed un venafrano del tempo, il Cav Giovanni Atella (1887/1965), emigrato negli USA in cerca di lavoro e fortuna e da poco rientrato in Italia per mettere su un’attività commerciale a Venafro, ritenne di donare buona parte dei propri averi al SS Rosario al fine di garantire assistenza e cure a quanti ne avevano necessità.
Nel merito ecco quanto attesta l’iscrizione bronzea appena affissa all’ingresso del SS Rosario perché tutti leggano, apprendano e riflettano : “L’amministrazione di questo ospedale, grata e riconoscente, rammenta alle generazioni venture l’insigne benefattore Cav. Giovanni Atella che, con animo munifico, nel 1964 donava a questo Istituto una autoambulanza e la cospicua somma di dieci milioni”. Tantissimo dati i tempi ! Le due facce, cioè, della stessa medaglia.
Da una parte il SS Rosario oggi abbandonato, cadente e sottoutilizzato. Dall’altra il benefattore degli anni ’60 che tolse a se e ai suoi per dare al prossimo, sotto forma di servizi ed attrezzature ospedaliere ! Già, ogni medaglia ha il suo risvolto e questo organo d’informazione senza tentennamenti e dubbi di sorta plaude alla pregressa magnanimità d’animo del privato benefattore venafrano, condannando nel contempo le colpevoli inadempienze istituzionali dei nostri giorni in tema di sanità pubblica e salvaguardia della salute di tutti. Ovvio sperare che nell’immediato futuro il trend cambi per la tranquillità unanime.