Soldi al reddito. Non alla guerra! Presidio contro la sospensione del reddito di cittadinanza
4 Agosto 2023di Redazione
(PressMoliLaz) Roma, 04 ago 23 Si è svolto un presidio partecipato presso la sede INPS Roma Tuscolana contrario alla sospensione del reddito.
Con la sospensione del Reddito di Cittadinanza, comunicata via Sms venerdì scorso a 169 mila famiglie, il governo Meloni mette l’acceleratore sulla sua guerra ai poveri e a chi vive di lavoro precario e sottopagato. La città di Roma è la seconda in Italia dopo Napoli per numero di sospensioni già comunicate e sono previste altre 80 mila comunicazioni a livello nazionale fino a settembre.
Un attacco diretto ai tantissimi che in questo Paese non trovano un lavoro data la disoccupazione strutturale o che in questi anni sono stati costretti a lavorare per salari sottopagati o a nero. Il problema non è il reddito, ma il mondo del lavoro. Siamo stanchi della narrazione per cui i percettori di reddito sarebbero degli scansafatiche. La verità è che in Italia ci sono contratti regolari, firmati dai sindacati confederali, che prevedono paghe da fame. Questo non è lavoro è sfruttamento. E viviamo in un Paese in cui i salari sono diminuiti negli ultimi trent’anni a causa di politiche di centro-destra e centro-sinistra.
È il momento di mobilitarsi di fronte a un esecutivo che sceglie di fare pagare questa crisi a chi non arriva a fine mese. Il governo Meloni mentre toglie 2 miliardi e mezzo sul reddito, mentre continua a dare oltre 21 miliardi alle imprese, aumenta la spesa militare per la guerra che nel 2023 raggiungerà 27.7 miliardi (+ 800 milioni dal 2022) e legittima un’evasione fiscale che nelle stime raggiunge la cifra attorno ai 100 miliardi all’anno.
Un attacco diretto ai tantissimi che in questo Paese non trovano un lavoro data la disoccupazione strutturale o che in questi anni sono stati costretti a lavorare per salari sottopagati o a nero. Il problema non è il reddito, ma il mondo del lavoro. Siamo stanchi della narrazione per cui i percettori di reddito sarebbero degli scansafatiche. La verità è che in Italia ci sono contratti regolari, firmati dai sindacati confederali, che prevedono paghe da fame. Questo non è lavoro è sfruttamento. E viviamo in un Paese in cui i salari sono diminuiti negli ultimi trent’anni a causa di politiche di centro-destra e centro-sinistra.
È il momento di mobilitarsi di fronte a un esecutivo che sceglie di fare pagare questa crisi a chi non arriva a fine mese. Il governo Meloni mentre toglie 2 miliardi e mezzo sul reddito, mentre continua a dare oltre 21 miliardi alle imprese, aumenta la spesa militare per la guerra che nel 2023 raggiungerà 27.7 miliardi (+ 800 milioni dal 2022) e legittima un’evasione fiscale che nelle stime raggiunge la cifra attorno ai 100 miliardi all’anno.
In continuità con le proteste a Napoli nei giorni scorsi, mobilitiamoci e organizziamoci contro la sospensione del reddito e per la dignità del lavoro, continuando le campagne e le leggi di iniziativa popolare per un salario minimo di 10 euro l’ora e per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro.
E oggi più che mai diciamo: soldi al reddito e non alla guerra!
Riferimenti social:https://www.instagram.com/p/CvenSHetS8x/?igshid=MTk0MGU0NTkxNA==