I piatti “poveri” della cucina popolare molisana
29 Settembre 2023
(PressMoliLaz) 29 set 23 Un tempo temi ed argomenti ricorrenti in tv, nei circoli e nei ritrovi culturali in genere erano le antiche civiltà egizie ed ancor prima, nonché i greci e i latini con le loro lingue antiche. Affollati di studenti erano gl’istituti umanistici ed all’unisono le facoltà universitarie di lettere classiche ed antiche. Si amava addirittura parlare, poetare e scrivere come i nostri antichissimi predecessori, quale segno distintivo di progresso e sapere.
Era un diletto diffuso e in tanti vi si cimentavano ben volentieri, a prescindere dalla riuscita o meno. Oggi, terzo/quarto millennio a seconda da quando si prende a datare in base alla nascita di una determinata civiltà, la situazione è decisamente diversa. Istituti umanistici con iscrizioni contenute di studenti e di contro affluenza massima ad indirizzi didattici tecnico/professionali. Il mondo moderno cioè veleggia verso lidi diversi sotto la spinta del vento della cosiddetta “modernità”, indubbiamente coi suoi lati positivi anche se a rimetterci è una certa cultura e una specifica preparazione di base.
Lungi da chi scrive comunque che quanto avviene oggi nelle scuole sia di relativo peso culturale, ma è innegabile che determinati principi sono se non proprio svaniti, indubbiamente affievoliti. Di contro, come detto in apertura, tanta propensione da parte delle nuove generazioni per scuole tecnico/professionali e particolarmente per istituti scolastici che educano e preparano alla buona cucina ed alla tavola di pregio, unitamente a materie irrinunciabili quali l’italiano, una/due lingue straniere, la matematica, le scienze, le attività motorie ect.
Un’offerta didattica pubblica cioè profondamente innovativa, attesa la domanda giovanile portata alla professione, al mestiere, al lavoro ed alla manualità per essere in grado di rispondere, risultati alla mano, alla domanda contemporanea che chiede gente preparata ed all’altezza in fatto di mestieri, lavori e manualità. E tra le professioni giovanili emergenti come non dire degli indirizzi professionali verso la buona cucina, i cibi bio, le bevande naturali, la buona tavola e i servizi di pregio collegati a tale discorso.
“Stare bene a tavola per stare bene in salute” é il nuovo trend moderno ed a tanto tocca adeguarsi, visti i vantaggi che ne derivano per corpo e mente. Ed allora, restando in ambito molisano e nel contesto degli indirizzi didattici professionali che mirano a preparare ottimi piatti genuini, bevande all’unisono ed un servizio in tavola di pregio, tanti i cibi e le bevande bio da sottolineare, con la necessità giornalistica però di addivenire giocoforza ad una scelta forzata, data la ricca abbondanza regionale nello specifico e l’eccessiva prolissità dell’elenco volendo dirne di tutti.
Dal che “il focus” su piatti e pietanze di determinate aree molisane, come “il boccone da re” e “la zuppa alla santé” di Venafro , “la ciabbotta” di Indiprete e la “panonta” di Isernia. Partiamo da quest’ultima: una pagnotta di 2 kg di pane tagliata orizzontalmente a più piani ed “imbottita” di tanto ben di Dio, dalle verdure alle salsicce, dal formaggio alla carne macinata e messa in forno per far amalgamare il tutto, rendendolo gustoso al massimo.
Quindi “la ciabbotta” di Indiprete, il piatto unico della tradizione contadina con sugo rosso, peperoni, salsiccia, formaggio ed altro con cui saziarsi a volontà pasteggiando con un bel bicchiere di frizzante rosso del posto. In chiusura “il boccone da re” di Venafro, ossia il tipico tarallo rustico venafrano triturato a pezzi nella classica “nzalatella” locale composta da peperoni, sedano, finocchio, pomodoro e rosamarino, il tutto impreziosito con sale ed olio extravergine del posto, bagnando l’insieme con una spruzzata di fresca acqua sorgiva locale.
Dulcis in fundo “la zuppa alla santé”, il piatto della domenica, della ”festa comandata” del passato ed ancora oggi piatto prelibato. Ingredienti: carne sfilacciata di gallina ruspante, polpettine di carne, tagliatelle fatte in casa, sapori vari e tutto a cucinare in brodo di gallina. Pensate che piatti popolari di altre zone d’Italia siano migliori e maggiormente appetitosi ? Non si esclude che siano ottimi, ci mancherebbe, ma la cucina “povera” e contadina molisana francamente non teme confronti ! Perciò buon appetito con la genuinità di terra ed ambiente molisani !