Giornata mondiale contro il cancro, il messaggio del presidente Micone
4 Febbraio 2019(PressMoliLaz) Campobasso, 04 feb. In occasione della Giornata mondiale contro il cancro il Presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone, ha dichiarato: “Credo che nel terzo millennio non vi sia lingua o posto al mondo in cui la parola “cancro” –e la sua declinazione locale-, non riveli un’emozione più o meno palese, ma certo forte, in chi la pronuncia e in chi l’ascolta. E questo perché forse nessuno può dire di non essersi mai imbattuto senza conseguenze con questo termine, o per aver vissuto in prima persona questa malattia o per averla vista “operare” in chi gli è stato più o meno vicino. All’udire di questa parola, tanto piccola e tanto grande, immediatamente siamo portati ad associarle, quasi a sinonimizzarle: sconforto, tormento fisico e psicologico. E per questo è difficile biasimarci perché questa parola nella sua declinazione pratica è anche questo, ma non solo; essa -e dobbiamo tutti fare in modo che sia così- può essere anche speranza, cura, ricerca, solidarietà, dono e ricezione di amore, riscoperta del senso reale dell’esistenza. Nella ricerca dei tanti sensi della parola cancro si pone la Gionata mondiale che oggi commemoriamo. Dobbiamo trovare la forza e il coraggio di guardare a questo termine con la capacità di contrapporgli obiettivi singoli e collettivi chiari quali: prevenzione, cura, rispetto della dignità, assistenza qualificata, condivisione e reciproco sostegno materiale, psicologico e morale per chi lotta contro questo pavido “mostro” silenzioso, che con perfidia ci assale nei momenti più inaspettati della vita Questa giornata serve anche a non far sentire solo chi combatte una battaglia che non è solo sua ma anche di chi lo ama e di chi con lui condivide rapporti sociali, umani e culturali. Nessuno può dirsi disimpegnato nel dare il suo piccolo-grande contributo: medici, mondo scientifico, rete di assistenza, ma anche familiari, istituzioni e quanti altri possono giocare un
ruolo di assistenza a chi percorre il cosiddetto “tunnel” della sofferenza. Rinnoviamo dunque l’impegno civile e personale affichè realmente, come sosteneva John Diamond, “il cancro sia una parola, non una sentenza”.